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Erbe, alimenti e farmaci

Tra sinergie e interazioni

La comunità scientifica negli ultimi venti anni ha posto con chiarezza, e all’attenzione di tutti, il problema dei rischi delle interazioni tra erbe e farmaci. Fortunatamente oggi c’è maggior consapevolezza di questo fenomeno e quindi anche maggiore attenzione.

In questo percorso è stato però trascurato il fatto che assumere cibi, medicinali, erbe o integratori, è comunque finalizzato:

  • a nutrirsi e a mantenersi in salute,
  • a migliorare lo stile di vita e la prevenzione,
  • a curarsi da malattie, anche in modo integrato,
  • ad evitare interferenze con le terapie in atto,
  • a migliorare sinergicamente l'efficacia. 

Scarica l’estratto in cui troverai:

  • l’indice
  • la presentazione del libro
  • le proprietà di: aglio, alchechengi, catha, celidonia, centella, ginkgo, gymnema, gynostemma e idraste. 

Sinergie

Quando si parla di associazioni, per esempio, tra integratori, farmaci o certi alimenti, ha senso conoscere quando queste siano vantaggiose, in virtù di quelle che vengono appunto chiamate sinergie.
È ben noto a tutti, per esempio, che assumere un antinfiammatorio a stomaco pieno riduca i fastidi che spesso produce il farmaco, come bruciori alla bocca dello stomaco. 
Nel tempo è diventato abitudine, se non pratica clinica, prescrivere farmaci che bloccano la produzione di succhi gastrici, come omeprazolo o simili, al paziente che sia in cura con aspirina, per esempio per la protezione cardiovascolare, oppure al paziente in terapia con FANS e/o cortisonici, entrambi potenzialmente gastrolesivi.
Ebbene, effetti sinergici del tutto simili, a protezione della mucosa del tubo digerente, si possono ottenere anche con prodotti naturali. 
Erboristi, esperti di erbe, i farmacisti, esperti di medicinali (vegetali o di sintesi che siano), i medici fitoterapeuti e gli esperti di terapie naturali conoscono moltissime erbe officinali che possono integrare e sinergizzare con altrettanti farmaci, con l’obiettivo appunto di ridurre la catena di farmaci aggiunti ad altri farmaci per tamponarne gli effetti collaterali. 

Interazioni indesiderate

L’associazione tra erbe, alimenti, integratori e farmaci  ha tuttavia anche un rovescio della medaglia: il rischio di interferenze, con possibili effetti clinici più o meno rilevanti, talvolta anche pericolosi. 
Con l’allungamento dell’età media aumentano anche i pazienti (soprattutto anziani) con pluripatologie e con molti farmaci in terapia, quindi con aumento del rischio di interazioni tra loro.
In molti casi le interazioni sono soltanto documentate in vitro, senza rilevanza clinica, in altri casi le evidenze cliniche sono ben note. 
Ecco perché ogni scheda del libro distingue le sinergie ed interazioni con evidenze da quelle solo potenziali.
Il tutto ben documentato da un’aggiornatissima bibliografia.

La bilancia cromatica del rischio (BCR)

Obiettivo di questo testo è dare la possibilità di conoscere il rischio clinico di una sostanza, di un’erba, di un integratore, quando assunto con uno o più farmaci, identificando una gradualità tra le possibili sinergie ricercate e le interazioni indesiderate.
Uno strumento semplice e chiaro in grado di indicare, fin da subito, il grado di vantaggio o di rischio per ogni pianta utilizzata in presenza di altri farmaci è la bilancia cromatica del rischio. 
L’obiettivo di tale strumento è visualizzare la fascia di rischio clinico e/o di vantaggio, per le singole erbe o sostanze, e per categorie di pazienti.
Ogni scheda di pianta medicinale riporta le interazioni e le sinergie per le quali esistono evidenze cliniche, distinte dai soli rischi teorici, e le avvertenze da seguire. Vi è quindi l’indicazione della fascia di rischio.
I riferimenti che stanno alla base sono la tradizione, l’esperienza clinica, la letteratura scientifica e gli atti regolatori.
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La parte dedicata ai farmaci

Molti farmaci nuovi, anche biologici, anche chemioterapici riportano le possibili interazioni con erbe o alimenti, così che i pazienti in terapia con farmaci oncologici, cardiologici, ipoglicemizzanti, anticoagulanti, o in fase peri-operatoria troveranno nel testo tutta una serie di indicazioni specifiche su cosa come e quando sia meglio evitare, oppure al contrario integrare le loro terapie, spesso croniche, con prodotti naturali.

 

Un esempio di pianta con “rischio molto alto”: Aristolochia

USI E INDICAZIONI 
L’Aristolochia fangchi Y.C. Wu è stata una tipica pianta della medicina tradizionale cinese e, insieme alle altre numerose specie presenti nel nostro continente e nel nostro Paese, è ricca di acidi aristolochici, sostanze responsabili della nefropatia da acido aristolochico, caratterizzata da necrosi tubulare, fibrosi renale interstiziale progressiva e frequentemente associata al cancro delle vie uroteliali. 
Questa pianta è particolarmente conosciuta in seguito a un incidente che ha provocato numerosi casi (105 pazienti) di lesioni renali e cancro in Belgio.
Fu infatti usata come adulterante al posto della Stephania tetranda in preparati erboristici dimagranti. 

SINERGIE E INTERAZIONI
Cliniche

  • Non evidenti

Potenziali

  • Dal punto di vista farmacocinetico si sa che l’ acido aristolochico è metabolizzato a livello epatico dal CYP1A1/2, e da perossidasi in tessuti extra-epatici.

AVVERTENZE

  • Pianta nefrotossica e cancerogena, proibita sia per uso interno sia per uso esterno;
  • Nonostante i numerosi avvertimenti diffusi dalle autorità occidentali e dall’FDA, sono ancora diffuse su siti web e libri informazioni distorte e pericolose circa l’uso erboristico e salutistico di queste erbe che contengono acido aristolochico, presente in numerose specie di Aristolochia, tra le quali la A. clematitis e l’A. rotunda, reperibili anche nel nostro Paese e tramite internet.

Un esempio di pianta con “vantaggi”: Astragalo

USI E INDICAZIONI
La pianta è utilizzata non solo nella medicina popolare cinese, ma anche nel mondo occidentale, come rimedio antinfiammatorio e immunostimolante contro le malattie da raffreddamento e come complemento nelle patologie degenerative e neoplastiche. 
Costituenti chimici: saponine, flavonoidi e polisaccaridi.


SINERGIE E INTERAZIONI
Cliniche

  • Numerosi trial clinici su pazienti oncologici in chemioterapia confermano il ruolo migliorativo della terapia complementare con Astragalo nei confronti della riduzione di effetti avversi, miglioramento della qualità della vita e aumento del tasso di risposta alla terapia farmacologica (mitomicina, alcaloidi della vinca, FOLFOX, cisplatino)
  • Possibile ruolo protettivo nei confronti della fibrosi renale indotta dalla ciclosporina
    Potenziali
  • Azione inibente su citocromi (CYP2D6, CYP3A4) e P-glicoproteina
  • L’effetto immunostimolante è da ascrivere a diversi meccanismi: attivazione dei linfociti T e NK, produzione di IL-6 e TNFα.


AVVERTENZE

  • Cautela nelle fasi acute di patologie autoimmuni in terapia immunosoppressiva
  • Controindicata nei soggetti ipersensibili o allergici verso uno o più componenti
  • Cautela in gravidanza e allattamento
  • Consigliato sospenderla nel periodo peri-operatorio

L’autore, Fabio Firenzuoli

Fabio Firenzuoli, Medico esperto in fitoterapia, disciplina da lui introdotta nel SSN, e docente di
Fitoterapia clinica presso l’Università di Firenze, dove è responsabile scientifico del
Master in Fitoterapia generale clinica.

Dirige il CERFIT, Centro di ricerca e innovazione in Fitoterapia e medicina integrativa dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi, di Firenze, nonché Centro di riferimento per la Fitoterapia della Regione Toscana (www.cerfit.org).

Collabora con l’Istituto Superiore di Sanità per la fitovigilanza e per il controllo delle reazioni avverse a prodotti naturali.